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La relazione di denominazione: ulteriori approfondimenti. (Carnap)

Carnap, Meaning and Necessity (1947;2° ed. 1956); trad. it Firenze, p. 204.


La relazione di denominazione viene di solito concepita come rapporto sussistente fra un'espressione di un linguaggio e un'entità (oggetto) concreta o astratta, di cui questa espressione è il nome. Così tale relazione è, nella terminologia di Carnap, una relazione semantica.
Diverse frasi vengono usate per esprimere questa relazione, ad esempio "x è un nome per y", "x denota y" (v.), "x designa y", "x è una designazione per y", "x significa y", ecc.

Nel linguaggio quotidiano si dice, per esempio, che 'Walter Scott' è un nome dell'uomo Walter Scott.
Gli studiosi di logica estendono l'applicazione di tale relazione.
Essi considerano anche le descrizioni individuali come nomi, per esempio, 'l'autore di Waverly' come nome dello stesso uomo Walter Scott, uso, questo, che non è ammesso dal linguaggio comune, osserva Carnap..
Andando ancora oltre, essi interpretano come nomi anche espressioni di genere diverso dal genere individuale; le considerano nomi di entità astratte, per esempio, di classi o proprietà, relazioni, funzioni, concetti ecc.
Facendo riferimento ad una certa espressione considerata come nome, viene fatta in questa sede una distinzione tra l'entità di cui l'espressione è nome e il significato o il senso dell'espressione.


"La frase 'x denota y' viene spesso usata in senso del tutto diverso, cioè, nel caso in cui x è un predicatore per una certa proprietà (pre esempio la parola 'umano') ed y è un'entità che ha quella proprietà (per es., l'uomo Walter Scott)."(p 159 n.)
Molti studiosi di logica, tuttavia, la usano nel senso della relazione di denominazione.
Russell [Denoting] la usa in questo modo sia per la formulazione della sua propria concezione, sia come traduzione del termine di Frege 'bezeichen'.